Primavera, tempo di rinascita

L’arrivo della primavera porta con sé un nuovo movimento di rinascita che si esprime ovunque in natura. 

Sulle piante iniziamo a comparire le prime gemme, i fiori lentamente fanno capolino dalla terra che li ha custoditi durante il lungo inverno. Tutto prende vita attraverso nuovi colori  e profumi a testimoniare  l’inizio di un nuovo ciclo naturale, una nuova possibilità.

Elemento Legno

In Medicina Tradizionale Cinese la stagione dell’elemento legno è la primavera perchè proprio in questo periodo dell’anno tutto è un’esplosione di forza, di vita, di coraggio, di fiducia nella rinascita. 

E’ un periodo di riattivazione dove il ciclo naturale, dopo l’inverno, riprende vigore e vita, con un’energia vitale alta. 

Nel corpo l’ elemento legno si esprime attraverso l’organo del fegato, considerato un organo Yin e la Vescicola biliare, viscere Yang. 

Insieme questi organi governano tutte le qualità associate al Legno nella vita umana, come la crescita, la creatività, la novità, l’individuazione, ecc. 

La tradizione dice che il fegato conserva l’anima e regola la vista attraverso gli occhi. 

È il primo organo legato all’inizio di ogni attività: per imparare bisogna usare il fegato, così come per prendere una grande decisione e per avere il coraggio dell’azione.

A livello corporeo comanda tutta la muscolatura: il legno infatti rappresenta tutti i muscoli che dovrebbero essere mobili e dovrebbero crescere in rapporto alla funzione del legno dell’elemento verde.

Sul corpo troviamo quindi tendini e muscoli: quando il fegato è scarico e manifesta stanchezza estrema, questa ha effetto negativo sui muscoli.

Come la primavera è l’inizio di un nuovo ciclo vitale, così l’energia prodotta dell’elemento verde che è la forza, innesca nuovamente l’attivazione del ciclo di  generazione dei 5 elementi, dando impulso e nutrimento agli altri elementi . 

L’emozione di questo elemento è la rabbia che viene vissuta attraverso il grido oppure un movimento veloce, per scaricare l’accumulo di  tensione .

Ci si arrabbia quando non ci si sente rispettati per ciò che si è, per ciò che si sente, per ciò in cui si crede e grazie all’energia della forza, azionata attraverso la rabbia (non violenza) , ci aiuta a dire basta, a rispettarci e ad  andare verso noi stessi. 

La Natura ci supporta

Alzi la mano chi in primavera si sente affaticato o svogliato, chi è più nervoso e suscettibile, chi fatica a dormire, chi è soggetto a qualche allergia respiratoria.

 Insomma in un momento nel quale la Natura invita a rinascere, a contattare il nuovo fuori e dentro di noi, ad uscire dalla letargia invernale, la verità è che  non sempre ci trova in “forma”.

Durante la stagione primaverile le parole chiavi per il corpo sono depurazione e drenaggio delle tossine, mentre per la parte emotiva si parla di irritabilità, volontà ed espansione .

Come sempre la Natura dà sostegno attraverso le piante “primaverili”  che hanno la massima espressione nei germogli, nelle gemme, nella linfa e nei fiori. Agiscono come attivatori del sistema immunitario, delle ghiandole surrenali, degli organi emuntoriali  ed hanno un’azione disintossicante, drenante  e modulante.

Qualche nome 

Ecco alcune piante utili per questa nuova primavera:

  • Tarassaco è un ottimo diuretico, antinfiammatorio e disintossicante. Promuove l’ attività del fegato e colecisti, diminuisce la ritenzione idrica, migliora la digestione.
  • Biancospino ha un’azione sedativa sul sistema nervoso centrale ed è considerata per eccellenza la pianta del cuore. Utile in caso di ipertensione (in associazione ad Olivo), nevrosi cardiache, stati di ipereccitabilità con aritmie, spasmi addome se di origine nervosa, dolori reumatici, palpitazioni e migliora il sonno.

C’è un’ altra pianta molto importante a supporto delle manifestazioni allergiche, considerata come il “cortisone naturale” . 

Te ne parlerò ampiamente nel prossimo articolo.

Quindi stay tuned e buona nuova (ri)nascita 🌸


” I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati, alla mattina, al tavolo degli angeli”.

K. Gibran

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